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PATRIZIA BELLI dialoga con CARLO SPAGNOLLI

Suonano I RISENTITI e cantano i GINGORUBERU’

 

La musica e le parole donano sorrisi. E lo fanno attraverso la serata "We love Zombabwe. Noi amiamo lo Zimbabwe” che si terrà sabato 6 ottobre alle ore 20,30 nella sala della Filarmonica in corso Rosmini a Rovereto.

La serata è ad ingresso libeo.

Un evento curato dall associazione SPAGNOLLI-BAZZONI ONLUS. Sarà una festa con musica anni ’60 – ’70 e canzoni immortali dedicate alle mamme del Centro Giovanni Spagnolli per la promozione sociale e sanitaria della donna e del bambino Harare (Zimbabwe). A suonare e cantare ci saranno due gruppi: i Risentiti e i Ginguruberù. Con un intermezzo di parole nel quale la giornalista e scrittrice Patrizia Belli dialogherà con il dottor Carlo Spagnolli.

La serata vuol essere un momento di divertimento ma anche di sensibilizzazione verso il “Centro Spagnolli” e le infrastrutture socio-sanitarie a esso connesse che curano e offrono terapia e assistenza gratuita ai malati di AIDS, soprattutto alle donne e ai bambini. In particolare si opera per il sostegno della piccola attività di artigianato delle mamme (vendita dei prodotti); per la fornitura dei farmaci contro le malattie opportunistiche AIDS e dei farmaci antiretrovirali (acquistati con i fondi del Gruppo Poli Regina); l’invio di alimenti, beni di prima necessità e di attrezzatura medico-sanitaria.

A dare il ritmo alla solidarietà ci penseranno i Risentiti: il quartetto, composto dal ginecologo Claudio Zucchelli (voce e alla chitarra), il bancario Alessandro Zambra (chitarra e voce), Oscar Candioli (chitarra e voce) che lavora alla Jolly Motors assieme a Vittorio Zandonati (percussioni), con un repertorio melodico e coinvolgente.

RisentitiSi chiamano “Risentiti” sia perché fanno risentire pezzi degli anni passati ma anche perché, dicono “Di risentimento generale, che ci vuole in questi tempi verso il mondo. Risentiti verso tutto e tutti, ma soprattutto con noi stessi. Nel senso buono della parola: vogliamo sempre migliorare”.



Con loro la compagnia “Ginguruberù” diretta dal maestro Carlo Plotegher nata nel 2004 dall’idea di alcuni amici di formare un gruppo vocale di pochi elementi con l’accompagnamento di strumenti acustici, in alternativa ai cori e repertori tradizionali. Nel tempo è diventato un ensemble vocale che si esibisce anche in modi e formazioni differenziati. 

Gingoruberu“Ginguruberù”, sembra uno scherzoso scioglilingua, ma in realtà ha un significato intenso, che sembra sottolineato dalla musicalità stessa dei suoni che lo compongono.La sequenza delle sue sillabe indica la campana che suona a distesa per annunciare qualcosa di molto importante, come la Campana dei Caduti di Rovereto che ogni sera suona a distesa.

All’interno della serata il dottor Carlo Spagnolli racconterà la sua esperienza di missionario laico, una missione – quella per l’Africa – il cui il medico roveretano ha dedicato la propria vita, toccando con mano le realtà dell’Uganda, dell’Eritrea, l’Etiopia, il Camerun, fino all’ospedale diocesano Luisa Guidotti di Mutoko nello Zimbabwe dove presta la sua opera dal 1997. Ha conosciuto figure storiche del mondo missionario come Padre Ambrosoli, medico a Kalongo, ha lavorato con i coniugi Piero e Lucille Corti, fondatori del st. Mary’s Lacor Hospital, universalmente riconosciuto come il miglior ospedale rurale dell’Uganda e forse dell’Africa intera. Ha attraversato con la famiglia le guerre, le violenze, i peggiori regimi, da Amin a Obote a Mobutu, senza mai arrendersi, senza mai mollare, sempre dalla parte delle vittime.

Attualmente in Zimbabwe è impegnato nella cura con farmaci antiretrovirali di circa duemila pazienti ammalati di AIDS conclamato in un paese dove il tasso di sieropositività è del 33%.

Allo stesso tempo, con il sostegno della nostra Associazione e dell'Associazione “Life Line Dolomites” di Pozza di Fassa assiste con mezzi e con cibo diversi ospedali, scuole, asili e centri di formazione professionale, perché quello che una volta era considerato “il granaio dell’Africa” è oggi un paese allo sbando e ridotto alla fame.

 

Tra musica e parole, dunque,si parlerà anche delle realtà in Africa e di quanto ognuno di noi può fare per costruire un mondo migliore.