Donazioni

Aiuto

Coraggio

Volontariato

A cura di Padre Antonio Trettel, saveriano

 

La situazione nel Paese è abbastanza calma finora, nonostante le forti tensioni, le paure e le violenze degli ultimi mesi legate allo svolgimento molto poco trasparente e incredibile delle elezioni presidenziali e parlamentari.

E' stato proclamato ri-eletto il Kabila jr, ma tutti i suoi sfidanti protestano e denunciano dei grossi brogli elettorali (confermati e denunciati da varie altre fonti, anche internazionali), e il vecchio oppositore Thsisedeki pretende di essere lui, invece, il nuovo presidente eletto dal popolo congolese!

C’è comunque almeno un grosso motivo di speranza: tra tanto malore e tanta confusione, il più saggio si è dimostrato ancora una volta, e in modo clamoroso, il popolo congolese che è accorso a votare in massa, pacificamente e con grandi sacrifici, per gridare il suo desiderio di cambiamento ma nella pace.

La gente è davvero stufa di guerre, lotte, violenze, e vorrebbe solo un po’ di pace e di giustizia, per risollevarsi e poter riprendere il cammino ...

Questo lo ha gridato chiaramente anche con queste elezioni di fine novembre!

 

“La «verità delle urne» ancora prioritaria”

La Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni) ha pubblicato i risultati provvisori delle elezioni legislative del 28 novembre. Anche se dovranno ancora essere convalidati dalla Corte Suprema di Giustizia (CSJ), appare già una certa configurazione della prossima Camera dei Deputati. Su tale base, cominciano ad apparire anche i primi pronostici sul futuro Primo Ministro sul nuovo Governo e sul prossimo Presidente della Camera dei Deputati. Tutto si sta svolgendo come se si trattasse di elezioni perfettamente normali e regolari, senza tener conto dei molti errori, delle numerose irregolarità e dei molteplici brogli elettorali constatati, sia a livello delle legislative che delle presidenziali, essendo entrambe state organizzate nello stesso giorno e nelle stesse circostanze.

Se si vorrà continuare così, le nuove istituzioni, Presidenza e Parlamento, si troveranno nella impossibilità di governare, perché non avranno il consenso del popolo che continuerà a reclamare la “verità delle urne”. Sarà questa, infatti, la grande pietra di inciampo per un Presidente della Repubblica designato e proclamato tale dalla Ceni e dalla CSJ, senza trasparenza, né credibilità. Il popolo congolese è ben consapevole che un Presidente della Repubblica manca di legittimità, quando i risultati pubblicati non corrispondono esattamente a quelli espressi nelle urne. La stessa cosa vale anche per i deputati eletti in simili circostanze. Alla Ceni e alla CSJ spetta il dovere di ristabilire la verità dei risultati elettorali. Se non lo faranno, saranno sospettate di alto tradimento.

La crisi di legittimità, del tutto evidente per quanto riguarda la Maggioranza Presidenziale, può intaccare anche l’opposizione. Infatti, su quali basi può essa affermare la vittoria elettorale del suo candidato? Lo straordinario successo popolare dopo il suo ritorno dall’estero, la constatazione unanime di irregolarità e brogli elettorali generalizzati, le impressioni avute durante lo spoglio delle schede elettorali, le proiezioni fatte a partire dai risultati parziali di alcuni seggi elettorali? In realtà, senza avere il quadro completo dei “veri risultati” di tutti i seggi è difficile sapere chi ha vinto e chi ha perso le presidenziali.

Probabilmente, solo un nuovo conteggio dei voti, se possibile, potrebbe rivelarlo. Si potrebbe, per esempio, procedere almeno alla verifica dei risultati contestati confrontando i risultati elettorali indicati nei verbali elettorali ricuperati dai testimoni di tutti i partiti e dagli osservatori elettorali con quelli pubblicati dalla Ceni. L’obiettivo dovrebbe essere quello di avvicinarsi il più possibile alla verità delle urne e trarne le necessarie conseguenze nel sommo rispetto della volontà popolare, qualunque essa sia.

Dal tipo di risposta che si darà alla questione della legittimità dipenderà la credibilità della Ceni e della CSJ, il buon funzionamento delle Istituzioni dello Stato (Presidenza e Parlamento) e il buon proseguimento del processo elettorale, nelle sue rimanenti tappe delle elezioni senatoriali, provinciali e locali.

L’alternativa di annullare le legislative senza, peraltro, annullare le presidenziali, organizzate nello stesso giorno e con le stesse irregolarità, e la prospettiva di un governo che, senza Parlamento, governi per decreti legge fino all’indizione di nuove elezioni legislative, non sembrano, francamente, misure molto democratiche. Sarebbe, invece, auspicabile un dialogo inclusivo con la partecipazione delle diverse parti politiche, della Ceni e della società civile, per cercare e trovare la soluzione più idonea per fare emergere la verità delle urne. Il popolo congolese lo merita e ne ha tutto il diritto.

 

L’appello dei vescovi del Congo ai responsabili della politica!

A cura di Padre Léonard SANTEDI - Segretario Generale della CENCO

 

Come pastori che vivono a lato della popolazione congolese i Vescovi percepiscono che esiste un diffuso malessere a livello sociale e politico che genera una frustrazione sia tra le gente comune,, sia tra i protagonisti dell’opposizione che della maggioranza politica. Questa inquietudine non può lasciare indifferenti.

Con questo spirito una delegazione del Comitato permanente composta da sei Arcivescovi ha fatto visita i lunedì 5 marzo 2012 a Sr. Joseph Kabila, capo dello Stato e ai Sri. Etienne Tshisekedi, Vital Kamere e il prof Bongongo delegati di Leon Kengo wa Dondo (rappresentanti dell’opposizione).

Nel loro messaggio di gennaio 2012 i Vescovi, membri della CENCO avevano chiesto al Governo di privilegiare un cammino aperto alla voce del dialogo nell’interesse superiore della Nazione congolese.

Per la CENCO il dialogo fra gli attori della politica e di tutte le forze vive della società al servizio del bene comune e dell’interesse superiore di tutta la nazione congolese resta l’unica via per risolvere il malessere sociopolitico attuale nella RD Congo.

In questo cammino i Vescovi si sono posti nell’ascolto di tutti al fine di verificare come ricostruire assieme il nostro paese nella pace, nella giustizia e nella verità. Tutti hanno apprezzato questa iniziativa che sta muovendo i primi passi.