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A cura di Maria Josè dos Santos Motta

Organizzazione politica

Il Brasile ha una superficie di circa 8,5 milioni di m2, ed è diviso in 26 stati e un Distretto Federale, dove è situata la sede del suo governo. Gli stati, a loro volta, sono divisi in municipi e sono distribuiti in 5 regioni: Nord, Nordest, Centro-ovest, Sudest e Sud.

La città di Salvador, dove si trova il centro Mario Veronesi, è la capitale dello stato di Bahia, che fa parte della regione Nordest.

Recenti rilevazioni statistiche indicano che dal 2005 al 2011, in Brasile è diminuita la percentuale di popolazione più povera (dal 51% al 24%), aumentata quella dei più ricchi (15% al 22% ) e anche quella della classe media( dal 34% al 54% ) che oggi rappresenta la maggioranza nel paese.

 

Note economiche e politiche

La popolazione povera vive, soprattutto, nelle favelas delle grandi città e nelle regioni più povere del Brasile (il Nord e il Nord-est). Il Brasile è un paese di contrasti tra ricchi e poveri. Molte città nelle regioni Sud e Sud-est hanno un grande sviluppo sociale, mentre nel Nord e Nord-est rimangono estese aree di grande povertà.

Ci sono anche sostanziali differenze razziali: i brasiliani di origine europea o asiatica sono più ricchi di quelli di origine africana. Un brasiliano nero guadagna la metà della retribuzione di un bianco. I neri ed i meticci sono 65% della popolazione povera ed i bianchi 36%.

 

L'economia del Brasile

Con un PIL (Prodotto Interno Lordo) di 2.080 trilioni di dollari americani, occupa il 6º posto nella classifica mondiale.

L'industria locale è ben sviluppata e assicura al paese una posizione dominante nella regione. Le risorse agricole e zootecniche sono immense (caffè, cacao, soia, mais, canna da zucchero, bovini) e vi sono ampi giacimenti d'oro, d'argento e di ferro. È uno dei più importanti produttori di acciaio e petrolio.

Le ex dissestate finanze regionali, che rischiavano di mettere a repentaglio la stabilità economica del Paese, sono oggi ai massimi livelli di sviluppo, ed il Brasile è elencato nel gruppo dei Paesi emergenti in forte sviluppo, i cosiddetti "BRICS" ( Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e da indurre i mercati economici europei ed investire nell'attuale forte moneta nazionale: il Real, rivalutato quasi del 40% sul Dollaro a fine Maggio 2011.

Sono incrementati gli investimenti esteri a partire dagli anni recenti a tutt'oggi, nel 2011, favoriti anche dal costo del lavoro molto appetibile. La stabilità attuale della vivace economia è dovuta al momento favorevole di forte sviluppo. La disoccupazione è diminuita di pari passo anche se è ancora piuttosto rilevante. Il trasporto via mare è strategico ma molti scali sono strutturalmente obsoleti. Il paese tende a una forte urbanizzazione e le strade ed i quartieri residenziali delle grandi città sono abnormemente sviluppati in rapporto alle esigenze funzionali collettive. Gli interventi pubblici sono stati ingenti e talvolta destinati ad opere faraoniche con scarsa incidenza sullo sviluppo.

La burocrazia è da riformare anche al fine di favorire ulteriormente gli investimenti. Il nuovo corso è foriero di un futuro prossimo che crea molte aspettative positive.

Sotto l'aspetto politico il Paese è riuscito ad uscire pacificamente da una dittatura militare (che ha conosciuti momenti di grande violenza e repressione) e tornare alla democrazia. In questa fase si sono susseguite gravi crisi economiche che hanno indotto molti brasiliani a uscire da Paese in cerca di fortuna.

Grazie al governo illuminato di Fernando Henrique Cardoso l'economia si è stabilizzata e Lula (carismatico operaio-.sindacalista) ha saputo continuare quest'opera gestendo con saggezza le difficili componenti della società brasiliana e aprendo una fase di sviluppo intenso e soprattutto una redistribuzione del reddito più equa e significativa. La nuova eletta Presidentessa della Repubblica Dilma Roussef, indicata dallo stesso Lula, con ogni probabilità seguirà il suo cammino.

Rimane comunque ancora gravosa la lotta alla povertà nonostante la "Bolsa Familia" (aiuto economico di sussistenza alle famiglie povere) che ha contribuito a migliorare significativamente il livello qualitativo di vita di oltre 38 milioni di persone, malgrado queste non siano una percentuale elevata sui circa 194 milioni di abitanti del paese.